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San Gerolamo

Bartolomeo Montagna , 1482

Descrizione
San Gerolamo di Bartolomeo Montagna

L’opera, databile al 1482, fu acquistata da Gian Giacomo Poldi Pezzoli insieme al suo pendant raffigurante San Paolo (inv.1605). Entrambe le tavole probabilmente facevano parte di un polittico che doveva avere al centro una Madonna con il Bambino. I dipinti sono tra i capolavori di Bartolomeo Montagna, attivo a Vicenza dagli Settanta del Quattrocento sino ai primi decenni del secolo successivo e considerato al tempo il più prestigioso artista della città.

San Girolamo è raffigurato a figura intera di fronte al crocifisso legato a una quercia, simbolo cristiano di salvezza e fermezza nella fede; nella mano tiene la pietra con cui era solito percuotersi il petto. Dietro di lui, addossati a una parete rocciosa, vi sono alcuni edifici con scalinate popolate da piccole figure.

San Paolo si staglia contro un cielo azzurro con alcune nubi, con una città con architetture rinascimentali sullo sfondo. Le due opere colpiscono per la monumentalità delle figure, cui contribuisce il punto di vista ribassato, posto all’altezza delle ginocchia dei personaggi e per l’eccezionale qualità scultorea, enfatizzata dai panneggi, soprattutto nella figura di San Paolo. Notevoli appaiono anche la resa realistica dei dettagli e l’uso della luce, fortemente influenzato dalla conoscenza dell’opera di Giovanni Bellini: si tratta di una luce solare, che armonizza in un tono caldo i colori degli incarnati, delle vesti e del paesaggio.

Scheda tecnica

Artista

Bartolomeo Montagna, 1450 ca.- 1523

Data

1482

Materia e tecnica

tavola (pittura a tempera)

Dimensioni

112.3 cm x 50 cm

Acquisizione

legato Gian Giacomo Poldi Pezzoli, 1879

Inventario

1582
ubicazione
Salone Dorato

Il Salone Dorato è la stanza più importante del Museo e ospita i capolavori di pittura della collezione Poldi Pezzoli. Concepito secondo i dettami dello stile rinascimentale, è stato progettato per essere il salone d’onore dell’appartamento di Gian Giacomo. Dopo la morte del collezionista, Giuseppe Bertini ha portato avanti i lavori: sfortunatamente sia il soffitto a cassettoni dorati, sia gli affreschi, dipinti dallo stesso Bertini, sia le decorazioni in stoffa damascata che rivestivano le pareti, sono stati distrutti dai bombardamenti. L’attuale sistemazione museografica risale agli anni Novanta. Tra le opere esposte si possono ammirare il Ritratto di Dama attribuito a Piero del Pollaiolo e diventato simbolo del Museo, l’Imago Pietatis di Bellini, il Compianto sul Cristo Morto di Botticelli, la Madonna con Bambino di Mantegna e San Nicola da Tolentino di Piero della Francesca. Nella vetrina che separa il Salone Dorato dalla Sala degli Stucchi sono esposte le collezioni di porcellane e maioliche.

collezione
Dipinti

Tra i più di 300 dipinti, il vasto gruppo di opere italiane del Rinascimento comprende capolavori toscani (Botticelli, Piero della Francesca, Pollaiolo), lombardi (Luini, Boltraffio, Solario) e veneti (Bellini, Mantegna). Significativo anche il nucleo di dipinti del Settecento italiano (Guardi, Canaletto, Tiepolo, Fra Galgario). Prevalgono ritratti e dipinti di piccolo formato.

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