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Orologio solare detto Navicula de Venetiis

Oronce Finé , 1524

Descrizione
Navicula

È il più noto degli oltre duecento orologi solari raccolti da Piero Portaluppi e anche uno dei più importanti per antichità, preziosità del materiale e committenza. Realizzato nel 1524 dal celebre matematico francese Oronce Fine, autore anche di un’opera letteraria sugli orologi solari, era destinato alla corte, infatti reca gli emblemi del re Francesco I (una salamandra e i gigli). Lo strumento funzionava come una meridiana portatile: quando la navicella era orientata correttamente verso il sole un filo a piombo con una perlina che scendeva dall’albero proiettava la sua ombra sul quadrante. Sullo scafo sono incisi il tracciato delle ore e due scale zodiacali, mentre i segni delle costellazioni compaiono lungo l’albero. Questo è imperniato tra le due tavolette che costituiscono lo scafo per essere inclinato a seconda delle stagioni. Il nome deriva dalla forma dell’orologio simile ad un tipo di imbarcazione a vela usate a Venezia.

Scheda tecnica

Artista

Oronce Finé, 1494-1555

Data

1524

Materia e tecnica

avorio

Dimensioni

166 mm x 149 mm, spessore 9 mm

Acquisizione

donazione Lia Baglia Conti Portaluppi, 1978

Inventario

4277
ubicazione
Sala del Palma

La storica Sala del Palma costituisce l’accesso principale alla Sala Trivulzio, che Gian Giacomo Poldi Pezzoli aveva scelto come collocazione privilegiata per la sua collezione di armi antiche, oggi esposte nella nuova Armeria al piano terreno. La sala ospita un dipinto di Palma il Vecchio e la preziosa raccolta di orologi solari dell’architetto Piero Portaluppi: oltre duecento pezzi giunti al Museo nel 1978, cinque anni dopo la corposa donazione di orologi meccanici della collezione Falck in mostra nella Sala degli Orologi.

collezione
Orologi solari e strumenti scientifici

Questa collezione, donata nel 1978 per volontà di Lia Portaluppi Baglia Conti, fu costituita dall’architetto milanese Piero Portaluppi (1888-1967) a partire dal 1920. Oltre duecento pezzi databili dal XVI al XIX secolo documentano le diverse tipologie e funzioni, di questi antichi misuratori del tempo.

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