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Orologio ad altare con carillon

Giovanni Pietro Callin , 1670 ca.

Descrizione
Orologio ad altare

Questo orologio ‘ad altare’, ispirato alle forme degli altari della Controriforma, riprende le caratteristiche degli orologi ‘notturni’ sia nella struttura architettonica della cassa in legno ebanizzato che nel quadrante, in cui i dischi che mostrano le ore si succedono in un’apertura semicircolare. L’usanza di dipingere il quadrante, che contraddistingue gli orologi italiani, inizia a comparire solo fra il 1660 e il 1670. Il soggetto allegorico qui raffigurato è frequente negli orologi ‘notturni’. La Verità, amica della luce, tiene nella mano destra il Sole e indossa poche vesti perché la semplicità è nella sua natura. Il Tempo è raffigurato come un uomo anziano alato: come recita il detto “volat irreparabile tempus” (il tempo vola inesorabile). Ai loro piedi si contorce la Menzogna che, con il suo incarnato bruno, quasi si perde nell’oscurità dello sfondo. Sul semicerchio delle ore compaiono due iscrizioni allusive alla caducità del tempo. Il genovese Baciccio si trasferì in giovane età a Roma dove, grazie all’amicizia con Bernini, divenne uno degli artisti favoriti dall’aristocrazia laica ed ecclesiastica. Quest’opera, realizzata intorno al 1670, a causa di un certo impaccio nella resa dei volumi e degli scorci, è considerata tra le prime commissioni dell’artista.

Scheda tecnica

Artista

Giovanni Pietro Callin

Data

1670 ca.

Materia e tecnica

bronzo dorato; legno (pittura ad olio); ottone

Dimensioni

730 mm x 465 mm x 290 mm

Acquisizione

donazione Bruno Falck, 1973

Inventario

3430
ubicazione
Sala degli Orologi

È qui ospitata una delle più importanti collezioni italiane di orologeria antica. La sala è stata inaugurata nel 1973 e riallestita completamente nel 2015 con l’aggiunta di una postazione multimediale che mostra gli orologi in movimento, consente di ascoltarne i suoni, ammirare le facce nascoste. Ai pochi ma notevolissimi pezzi acquistati da Gian Giacomo, si aggiungono nel 1973 la corposa donazione di Bruno Falck, magnate dell’acciaio, che offre al Museo centoventinove straordinari esemplari di orologi meccanici, nel 1978 la collezione di orologi solari di Piero Portaluppi (oggi esposti nella Sala Palma) e nel 2017 la ex collezione di Luigi Delle Piane (esposta nella sala degli orologi da persona). La raccolta consente di percorrere la storia dell’orologeria di lusso europea dal XVI al XIX.

collezione
Orologi meccanici

Quasi 500 pezzi compongono la più importante collezione di orologeria antica in Italia, arricchitasi nel tempo grazie a donazioni provenienti dalle collezioni di Bruno Falck, Luigi Delle Piane, Alfredo Zanotelli, Angelo Reina. La raccolta fornisce una panoramica della storia dell’orologeria europea dal XVI al XIX secolo, attraverso esemplari da tavolo rinascimentali e barocchi, e orologeria da persona tedesca, inglese, francese e svizzera. Pezzi eccezionali non solo per la meccanica ma anche per la lussuosa decorazione della cassa.

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