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Madonna in trono con il Bambino

Cristoforo Moretti , ca. 1460

Descrizione
Madonna in trono con Bambino di Cristoforo Moretti

L’opera è collegata al San Genesio (inv. d.t. 729). e al San Lorenzo(inv. d.t. 728)
Le tavole, giunte al museo in epoche diverse, erano parte di uno stesso polittico che si trovava nella Cappella di Sant’Aquilino presso la basilica di San Lorenzo a Milano. Alla Madonna in trono con il Bambino sono affiancati i santi martiri Lorenzo e Genesio. Genesio, raramente rappresentato, qui suona il violino: era un attore romano, ed è il patrono dei commedianti e dei mimi.

Del polittico facevano parte anche un San Pietro Martire – ora disperso – e una Santa Lucia, di cui è conservato un frammento alla Fondazione Longhi di Firenze; una parte della predella, con Storie di San Genesio, si trova invece presso le Collezioni Comunali d’Arte di Bologna.

Il fondo oro e cespugli di rose fanno da sfondo a figure allungate, che sembrano sospese sul terreno fiorito. Dettagli preziosi arricchiscono la composizione: i volti inespressivi sono circondati da grandi aureole ovali a rilievo; l’oro della tavola centrale è graffito con un disegno di cherubini; nel trono sono inserite figurine monocrome; sulla cuspide siedono, dondolando le gambe, tre puttini, uno dei quali con il dito in bocca.

È questa l’unica opera firmata di Cristoforo Moretti, artista che lavorò a lungo per la corte sforzesca negli anni Sessanta del Quattrocento, con uno stile che continuava a ispirarsi ai modi raffinati del Gotico Internazionale

Scheda tecnica

Artista

Cristoforo Moretti, documentato dal 1450 al 1486

Data

ca. 1460

Materia e tecnica

tavola (tempera, doratura a pastiglia)

Dimensioni

117 cm x 53 cm

Acquisizione

Acquisto, 1917

Inventario

1613
ubicazione
Salette dei Lombardi

Nelle tre sale sono esposti dipinti lombardi del Rinascimento, realizzati negli anni (1450-1535) in cui Milano e la Lombardia furono governate dagli Sforza, che diedero vita ad una delle più splendide corti d’Europa. Sono per la maggior parte tavole per la devozione privata, acquistate da Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel secondo Ottocento.

A partire dal 1450, Vincenzo Foppa contribuì a dare una nuova identità all’arte lombarda e a questo rinnovamento si aggiunse nell’ultimo quarto del Quattrocento la presenza a Milano dell’architetto urbinate Donato Bramante e del fiorentino Leonardo da Vinci

Grazie a Leonardo si sviluppò una scuola artistica che trasse dai suoi insegnamenti il sapiente uso dello sfumato, lo studio attento della natura, la resa movimento e dei moti dell’animo delle figure.

Nelle sale sono presenti opere sia dei suoi allievi come Giovanni Antonio Boltraffio, Marco d’Oggiono, sia di artisti che si confrontarono con lui come Bernardo Zenale, Giampietrino, Cesare da Sesto, Andrea Solario, e Bernardino Luini.

Dal 1951 sono esposte sul soffitto le tavolette che decoravano Palazzo Vimercati di Crema (1500 circa). Erano una decorazione tipica dei soffitti di edifici pubblici e privati in Lombardia tra Gotico e Rinascimento.

La nuova illuminazione è stata offerta dall’Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli.

collezione
Dipinti

Tra i più di 300 dipinti, il vasto gruppo di opere italiane del Rinascimento comprende capolavori toscani (Botticelli, Piero della Francesca, Pollaiolo), lombardi (Luini, Boltraffio, Solario) e veneti (Bellini, Mantegna). Significativo anche il nucleo di dipinti del Settecento italiano (Guardi, Canaletto, Tiepolo, Fra Galgario). Prevalgono ritratti e dipinti di piccolo formato.

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