Madonna dell’umiltà con due angeli musicanti
Zanobi Strozzi , ca. 1448 - 1450
Descrizione
È chiamata Madonna dell’Umiltà la Vergine che siede per terra, spesso su un cuscino. In quest’opera Maria è seduta su un cuscino rosso ricamato d’oro, ornato da due nappe. Indossa una veste rossa e un mantello blu dal risvolto verde; dal suo capo scende un velo di un bel colore viola, con una stella: questo attributo deriva da “Stella Maris”, traduzione latina del nome ebraico di Maria, Miriam. In una mano ha un giglio bianco, simbolo di purezza, mentre l’altra è posata sulla spalla del Bambino che tiene in grembo. In basso sono raffigurati due angeli musicanti che suonano una viola da braccio e un organo portativo, con un’espressione assorta e malinconica. Sulla parete di fondo è appeso un drappo prezioso, in cui la lamina d’oro è splendidamente graffita per imitare la morbidezza e la tessitura della stoffa.
Zanobi Strozzi, nobile fiorentino, lavorò sia come pittore che come miniatore, e fu fra i primi e più fedeli seguaci di Beato Angelico. Questa Madonna, databile tra il 1448 e il 1450 circa, è fra i migliori esempi di quei “quadri e tavole” che Zanobi fece “per tutta Fiorenza per le case de’ cittadini”, secondo la testimonianza di Giorgio Vasari.
L’opera mostra le caratteristiche della pittura dell’artista: la grande cura nel rendere i materiali preziosi, come i tessuti ricamati in oro e il bellissimo marmo screziato del basamento; una tavolozza in cui trovano spazio anche colori acidi, come il giallo e il viola, e in cui non mancano accostamenti stridenti, come per esempio quello fra il viola del velo e il blu del manto della Vergine.
Scheda tecnica
Artista
Zanobi Strozzi, 1412-1468
Data
ca. 1448 - 1450
Materia e tecnica
tavola (pittura a tempera)
Dimensioni
83.5 cm x 56.8 cm
Acquisizione
donazione Antonio e Bianca Leonardi De Feo, 2001
Inventario
4744
ubicazione
Salone Dorato
Il Salone Dorato è la stanza più importante del Museo e ospita i capolavori di pittura della collezione Poldi Pezzoli. Concepito secondo i dettami dello stile rinascimentale, è stato progettato per essere il salone d’onore dell’appartamento di Gian Giacomo. Dopo la morte del collezionista, Giuseppe Bertini ha portato avanti i lavori: sfortunatamente sia il soffitto a cassettoni dorati, sia gli affreschi, dipinti dallo stesso Bertini, sia le decorazioni in stoffa damascata che rivestivano le pareti, sono stati distrutti dai bombardamenti. L’attuale sistemazione museografica risale agli anni Novanta. Tra le opere esposte si possono ammirare il Ritratto di Dama attribuito a Piero del Pollaiolo e diventato simbolo del Museo, l’Imago Pietatis di Bellini, il Compianto sul Cristo Morto di Botticelli, la Madonna con Bambino di Mantegna e San Nicola da Tolentino di Piero della Francesca. Nella vetrina che separa il Salone Dorato dalla Sala degli Stucchi sono esposte le collezioni di porcellane e maioliche.
collezione
Dipinti
Tra i più di 300 dipinti, il vasto gruppo di opere italiane del Rinascimento comprende capolavori toscani (Botticelli, Piero della Francesca, Pollaiolo), lombardi (Luini, Boltraffio, Solario) e veneti (Bellini, Mantegna). Significativo anche il nucleo di dipinti del Settecento italiano (Guardi, Canaletto, Tiepolo, Fra Galgario). Prevalgono ritratti e dipinti di piccolo formato.