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Madonna con il Bambino e l’agnello

Cesare da Sesto , ca. 1515

Descrizione
Madonna con Bambino e l'agnello di Cesare da Sesto

La piccola tavola riproduce, con alcune varianti, il famoso dipinto “Sant’Anna, la Vergine con il Bambino e l’agnello” di Leonardo da Vinci, ora al Museo del Louvre. Leonardo lavorò a lungo a quest’opera, eseguendo i primi studi intorno al 1501 e ultimandola, forse a Milano, tra il 1510 e il 1513. Ancora allo stadio di cartone la composizione leonardesca fu oggetto di grandissimo interesse, come testimonia il notevole numero di copie e varianti contemporanee giunte fino a noi. Nel dipinto del Museo Poldi Pezzoli, nato per la devozione privata, manca, rispetto all’originale di Leonardo, la figura di sant’Anna, probabilmente su richiesta della committenza, ed è diverso il paesaggio. Le architetture della città sulla destra e del castello sull’alta rupe a sinistra hanno caratteri nordici, forse francesi in omaggio ai nuovi dominatori del ducato milanese.

La particolare scelta cromatica, fredda e intonata all’azzurro, e l’elegante interpretazione nello stile di Raffaello dell’opera di Leonardo confermano l’attribuzione a Cesare da Sesto. La tavola si data verso la fine del 1515, dopo il ritorno del pittore a Milano, dopo un lungo soggiorno in Italia centrale e meridionale, durante il quale aveva potuto conoscere direttamente le opere di Raffaello. La meticolosa resa della vegetazione in primo piano è probabilmente di Bernardino Bernazzano, artista che collaborò con Cesare da Sesto anche per altre opere. I due esemplari con le foglie grandi a spighe di piccoli fiori a campanula pendente sono digitali, piante officinali. Sulla destra è invece raffigurato il galium, con foglie composte e privo di fiori.

Scheda tecnica

Artista

Cesare da Sesto, 1477 – 1523

Data

ca. 1515

Materia e tecnica

tavola (pittura a tempera)

Dimensioni

37 cm x 30 cm

Acquisizione

legato Gian Giacomo Poldi Pezzoli, 1879

Inventario

1617
ubicazione
Salette dei Lombardi

Nelle tre sale sono esposti dipinti lombardi del Rinascimento, realizzati negli anni (1450-1535) in cui Milano e la Lombardia furono governate dagli Sforza, che diedero vita ad una delle più splendide corti d’Europa. Sono per la maggior parte tavole per la devozione privata, acquistate da Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel secondo Ottocento.

A partire dal 1450, Vincenzo Foppa contribuì a dare una nuova identità all’arte lombarda e a questo rinnovamento si aggiunse nell’ultimo quarto del Quattrocento la presenza a Milano dell’architetto urbinate Donato Bramante e del fiorentino Leonardo da Vinci

Grazie a Leonardo si sviluppò una scuola artistica che trasse dai suoi insegnamenti il sapiente uso dello sfumato, lo studio attento della natura, la resa movimento e dei moti dell’animo delle figure.

Nelle sale sono presenti opere sia dei suoi allievi come Giovanni Antonio Boltraffio, Marco d’Oggiono, sia di artisti che si confrontarono con lui come Bernardo Zenale, Giampietrino, Cesare da Sesto, Andrea Solario, e Bernardino Luini.

Dal 1951 sono esposte sul soffitto le tavolette che decoravano Palazzo Vimercati di Crema (1500 circa). Erano una decorazione tipica dei soffitti di edifici pubblici e privati in Lombardia tra Gotico e Rinascimento.

La nuova illuminazione è stata offerta dall’Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli.

collezione
Dipinti

Tra i più di 300 dipinti, il vasto gruppo di opere italiane del Rinascimento comprende capolavori toscani (Botticelli, Piero della Francesca, Pollaiolo), lombardi (Luini, Boltraffio, Solario) e veneti (Bellini, Mantegna). Significativo anche il nucleo di dipinti del Settecento italiano (Guardi, Canaletto, Tiepolo, Fra Galgario). Prevalgono ritratti e dipinti di piccolo formato.

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