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Croce stazionale

Limoges , 1175-1200

Descrizione
Croce stazionale

La croce fu acquistata da Gian Giacomo Poldi Pezzoli e, al momento della sua morte, era custodita in una delle vetrine nel suo studiolo. È uno dei migliori esempi rimasti di oreficeria sacra prodotta a Limoges nel dodicesimo secolo. Della decorazione originaria, che ornava entrambi i lati, si conservano solo le cinque piastre del lato principale. Queste sono decorate a smalti policromi su lamina d’oro, incisa con un motivo a girali di rami e foglie. La decorazione a smalto, eseguita con la tecnica a champlevé, presenta al centro Cristo crocifisso; in alto, un angelo; in basso, Adamo che esce dal sepolcro con le braccia tese verso il Salvatore e san Pietro con la chiave; ai lati, la Vergine e san Giovanni Evangelista. Questa iconografia costituisce un vero e proprio compendio teologico, che evoca il peccato originale (Adamo), l’Incarnazione (la Vergine), la Passione di Cristo e l’istituzione della Chiesa (San Pietro).

Scheda tecnica

Artista

Limoges

Data

1175-1200

Materia e tecnica

rame (doratura)

Dimensioni

60 cm x 36.5 cm

Acquisizione

legato Gian Giacomo Poldi Pezzoli, 1879

Inventario

1444
ubicazione
Sala degli ori

La Sala degli Ori è allestita dove una volta si trovava il gabinetto privato di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, arredato con le attrezzature più nuove e lussuose dell’epoca e completamente ricostruito nel dopoguerra. Le vetrine accolgono la raccolta di oreficeria del Museo, oltre duecento pezzi raggruppati in quattro sezioni: gli smalti antichi, l’oreficeria sacra, gli oggetti da collezione e i gioielli, tra cui spicca un gruppo di pezzi etruschi provenienti da corredi tombali.

collezione
Oreficerie

Oggetti di oreficeria sacra, smalti, gioielli, oggetti da wunderkammer formano una raccolta eterogenea ma unica per rarità e la singolare qualità di molti dei suoi esemplari. Tra i pezzi eccezionali gli smalti medievali di Limoges, le oreficerie rinascimentali lombarde, gioielli e anelli cinquecenteschi, parures ottocentesche di Pio Castellani.

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