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Croce astile

Bernardo Daddi , 1335 - 1340

Descrizione
Croce astile di Bernardo Daddi

L’opera è un capolavoro della maturità di Bernardo Daddi, pittore di scuola giottesca attivo a Firenze nel secondo quarto del Trecento. Questa tipologia di croce, con immagini sacre su entrambi i lati, è definita “astìle”, in quanto veniva mostrata ai fedeli durante processioni e altre cerimonie pubbliche, sorretta da una lunga asta.
Sul verso della tavola sono raffigurati tre santi decapitati, in ginocchio e a mani giunte: in alto, san Paolo, con la lunga barba nera a punta e la testa calva; a sinistra, san Giacomo Maggiore; a destra, san Giovanni Battista, con la capigliatura e la barba disordinate e incolte, e il volto emaciato e ascetico. La presenza, inconsueta in una croce, di queste macabre immagini, indica che la tavola era originariamente destinata al conforto dei condannati a morte: alcuni gruppi di individui, riuniti in confraternite laiche, nei secoli passati si assumevano il compito di portare il conforto religioso ai condannati all’esecuzione, per indurli a confessarsi e ad accettare con rassegnazione cristiana la morte, sull’esempio di Gesù e dei santi martiri.
Su questo stesso lato della croce sono mostrati, in basso, due santi domenicani, san Pietro Martire e san Tommaso d’Aquino, a indicare che la confraternita che commissionò questo dipinto era promossa e sostenuta dall’ordine dei Frati predicatori. Sul recto, alle più tradizionali immagini della Vergine Maria, di san Giovanni Evangelista e del Redentore si accompagna, in basso, l’insolita figura di un cadavere scarnificato, probabilmente un’allusione allo stesso condannato, vestito con la tunica nera dell’esecuzione che lasciava il collo libero per la decapitazione.
Questa croce è tra i primi esempi di dipinti destinati al conforto dei condannati a morte – che si siano conservati fino ai giorni nostri – una tipologia molto rara nel Trecento, ma che conobbe una diffusione assai maggiore nel XV e nel XVI secolo.

Scheda tecnica

Artista

Bernardo Daddi, 1290-1348

Data

1335 - 1340

Materia e tecnica

tavola (pittura a tempera)

Dimensioni

58.9 cm x 33 cm

Acquisizione

acquisto Array, 1932

Inventario

3195
ubicazione
Sala dei Fondi Oro

La Sala dei Fondi Oro era una delle tre “Stanze a quadri” di casa Poldi Pezzoli, dove i quadri erano accostati a cassoni e stipi. Ora accoglie un gruppo di dipinti italiani del Trecento e Quattrocento su fondo oro, in molti casi piccoli altari per la devozione privata. Tra le altre, opere di Pietro Lorenzetti, Vitale degli Equi, Bernardo Daddi.

collezione
Dipinti

Tra i più di 300 dipinti, il vasto gruppo di opere italiane del Rinascimento comprende capolavori toscani (Botticelli, Piero della Francesca, Pollaiolo), lombardi (Luini, Boltraffio, Solario) e veneti (Bellini, Mantegna). Significativo anche il nucleo di dipinti del Settecento italiano (Guardi, Canaletto, Tiepolo, Fra Galgario). Prevalgono ritratti e dipinti di piccolo formato.

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