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Biografia di un collezionista

Gian Giacomo Poldi Pezzoli

Gian Giacomo Poldi Pezzoli nasce a Milano il 27 luglio 1822. Il padre, Giuseppe Poldi Pezzoli (1768-1833) nel 1818 aveva ereditato l’enorme patrimonio della famiglia Pezzoli, che aveva avuto l’appalto delle tasse per il governo austriaco.
Nel 1819 Giuseppe sposa Rosa Trivulzio (1800-1859), figlia del marchese Gian Giacomo (1774-1831), erede del museo privato più famoso di Milano. Uomo di grande cultura, è un collezionista di rarità, oggetti preziosi e volumi antichi per la biblioteca di famiglia, oggi Biblioteca Trivulziana.
Alla morte del padre, Gian Giacomo ha undici anni e la madre si assume la responsabilità della sua educazione, mentre coltiva l’amicizia di artisti e letterati.

I VIAGGI E LA FORMAZIONE

Nel 1846 Gian Giacomo diventa maggiorenne ed entra in possesso dell’eredità del padre. Patriota, sostiene i moti risorgimentali del 1848 e, dopo le repressioni austriache, viene esiliato. Si rifugia a Lugano quindi viaggia in Francia e a Firenze.
Svizzera, Francia e Inghilterra sono per lui occasione di incontro con gli sviluppi del collezionismo internazionale; sono inoltre questi gli anni in cui a Londra si organizza la prima Esposizione Universale, e a Parigi si inaugura il Museo Cluny dedicato alle arti decorative in una cornice gotica.
Di ritorno a Milano, nel 1849 Gian Giacomo avvia il suo progetto di una collezione d’arte italiana e di realizzazione della sua casa-museo.

I PRIMI ACQUISTI

La prima passione di Gian Giacomo sono le armi antiche, che acquista in gran numero tra il 1846 e il 1850 creando un’armeria. Dal 1850 comincia ad acquistare dipinti del Rinascimento lombardo, veneto e toscano, alcuni di straordinario valore.
Grazie all’amicizia con Giuseppe Molteni, ritrattista, restauratore e amico di famiglia, entra in contatto con i più importanti critici d’arte europei. Fra loro il tedesco Otto Mündler, l’italiano Giovanni Morelli e l’inglese Charles Eastlake, direttore della National Gallery di Londra.
Gian Giacomo apre volentieri la sua casa a studiosi e collezionisti e le attribuzioni dei dipinti di sua proprietà sono spesso al centro dei più aggiornati dibattiti.

Emilio Cavenaghi, La sala Nera del Museo Poldi Pezzoli, 1872, ubicazione ignota

LA CASA MUSEO: UN ALLESTIMENTO ALL’ AVANGUARDIA

Di pari passo con la collezione, Gian Giacomo si occupa dell’allestimento del suo appartamento, affidato ai più acclamati artisti-decoratori del momento, Giuseppe Bertini (1825-1898) e Luigi Scrosati (1815-1869). Il risultato è una sequenza di ambienti ispirati a diversi stili del passato: lo scalone e la camera da letto sono in stile barocco, l’anticamera in stile rocaille francese, la Sala Nera “in stile del primo Rinascimento” e il Gabinetto di Studio “in stile del Trecento”. L’eclettismo, il revival degli stili e delle tecniche artistiche del passato, è in questo momento la moda d’avanguardia. Le sale divengono preziosi contenitori per antichi quadri, sculture, arredi e arti applicate.

Ritratto di Gian Giacomo Poldi Pezzoli
UN MUSEO PER LA CITTÀ
Nel 1879 Gian Giacomo Poldi Pezzoli muore improvvisamente, a soli 57 anni, celibe e senza eredi. Fin dal 1861 aveva redatto un testamento nel quale disponeva che la sua casa e tutte le opere in essa contenute divenissero una Fondazione Artistica “ad uso e beneficio pubblico in perpetuo colle norme in corso per la Pinacoteca di Brera”. L’amministrazione e la direzione della Fondazione sono affidate all’ amico e collaboratore Giuseppe Bertini. Il Museo si inaugura il 25 aprile 1881, durante l’Esposizione Nazionale di Milano, e nel giro di pochi giorni è visitato da migliaia di persone.