Il cavaliere in nero
Giovanni Battista Moroni , ca. 1567
Descrizione
Il dipinto, tra i più celebri ritratti a figura intera eseguiti da Giovanni Battista Moroni, è giunto al Museo Poldi Pezzoli nel 2004. Fino agli anni cinquanta del Novecento si trovava nella famosa collezione dei conti Moroni di Bergamo, i quali nel corso dei secoli avevano riunito un consistente nucleo di importanti opere dell’omonimo artista (nei confronti del quale vantavano un presunto legame famigliare), in gran parte ancora conservato presso di loro. Rappresentato a grandezza naturale, il Cavaliere in nero si staglia contro uno sfondo grigio, in cui si distinguono soltanto alcuni elementi architettonici, una cornice marcapiano su cui poggiano le basi di due grandi lesene.
L’elegantissimo abito scuro, da cui trae origine il titolo del quadro, è dipinto con straordinaria finezza, in particolare nelle pieghe del panneggio e nei delicati passaggi di luce e ombra che ne animano e quasi fanno palpitare la superficie. Il volto, raffigurato di tre quarti e colpito in pieno dalla luce, emerge dallo stretto colletto del vestito, al di sopra del bordo increspato della camicia bianca. Gli occhi sono puntati con intensità verso lo spettatore, mentre le mani dal candido incarnato, che stringono l’impugnatura della spada e un bordo del corto mantello, risaltano con grande evidenza sul tessuto nero. Il Cavaliere in nero appartiene a pieno diritto alla serie dei più bei ritratti a figura intera eseguiti da Giovanni Battista Moroni. Il dipinto è databile verso il 1567, nell’ultimo periodo di attività di Moroni, in cui l’impianto pittorico, basato sui toni del nero e del grigio, si semplifica progressivamente e l’indagine della realtà diviene più penetrante e acuta. L’identità del misterioso personaggio, che mostra un’età apparente di circa 25-30 anni e sul cui volto aleggia un sorriso enigmatico, è destinata, almeno per ora, a rimanere sconosciuta.
Scheda tecnica
Artista
Giovanni Battista Moroni, 1520 ca.-1578/1579
Data
ca. 1567
Materia e tecnica
tela (pittura a olio, tela)
Dimensioni
190 cm x 102 cm
Acquisizione
legato Annibale Scotti Casanova, 2004
Inventario
5240
ubicazione
Salone Dorato
Il Salone Dorato è la stanza più importante del Museo e ospita i capolavori di pittura della collezione Poldi Pezzoli. Concepito secondo i dettami dello stile rinascimentale, è stato progettato per essere il salone d’onore dell’appartamento di Gian Giacomo. Dopo la morte del collezionista, Giuseppe Bertini ha portato avanti i lavori: sfortunatamente sia il soffitto a cassettoni dorati, sia gli affreschi, dipinti dallo stesso Bertini, sia le decorazioni in stoffa damascata che rivestivano le pareti, sono stati distrutti dai bombardamenti. L’attuale sistemazione museografica risale agli anni Novanta. Tra le opere esposte si possono ammirare il Ritratto di Dama attribuito a Piero del Pollaiolo e diventato simbolo del Museo, l’Imago Pietatis di Bellini, il Compianto sul Cristo Morto di Botticelli, la Madonna con Bambino di Mantegna e San Nicola da Tolentino di Piero della Francesca. Nella vetrina che separa il Salone Dorato dalla Sala degli Stucchi sono esposte le collezioni di porcellane e maioliche.
collezione
Dipinti
Tra i più di 300 dipinti, il vasto gruppo di opere italiane del Rinascimento comprende capolavori toscani (Botticelli, Piero della Francesca, Pollaiolo), lombardi (Luini, Boltraffio, Solario) e veneti (Bellini, Mantegna). Significativo anche il nucleo di dipinti del Settecento italiano (Guardi, Canaletto, Tiepolo, Fra Galgario). Prevalgono ritratti e dipinti di piccolo formato.